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Attualità martedì 02 marzo 2021 ore 15:38

Sul Serchio e sul Magra un mese sott'acqua

Massimo Lucchesi
Massimo Lucchesi

Nel mese di Gennaio è caduta il 107% di pioggia in più della media degli ultimi 10 anni e il nord della Toscana è stato il più colpito



LUCCA / MASSA — Nei bacini del fiume Serchio e del fiume Magra il mese di gennaio è trascorso sott'acqua, con il 107% di pioggia caduta in più rispetto alla media dello stesso mese negli ultimi 10 anni. A verificare il dato è l'autorità di bacino dell'appennino settentrionale, che a fronte del dato regionale inidica l'area settentrionale della Toscana come la più colpita.

Nella porzione settentrionale che comprende i bacini del Magra, del Serchio e i bacini appenninici che confluiscono in Arno, le cumulate hanno raggiunto valori di 600/700 millimetri, su una media di 90 millimetri (dati 2010-2020). L’area del Serchio, è stata anche quella maggiormente interessata da frane, in particolare sulla rete viaria secondaria. 

Nel periodo di riferimento sono caduti circa 4,17 miliardi di metri cubi di pioggia, pari al 107% in più del volume di pioggia media degli ultimi 10 anni. L’area interessata dai valori più elevati è la Toscana settentrionale, con particolare riferimento ai bacini del Serchio e Toscana Nord. Sono 60 le frane che hanno determinato l’intervento delle strutture di protezione civile, con movimentazione di materiale di varia entità e dimensioni.

Gli eventi si sono concentrati nei bacini del Serchio, Toscana Nord e Magra dove si sono registrate maggiori precipitazioni. Si tratta di frane legate alla ininterrotta azione delle piogge nel periodo, che hanno portato alla massima saturazione i terreni, con conseguente superamento delle condizioni limite di stabilità dei versanti più fragili. Esclusi alcuni casi, come la frana al Ponte del Diavolo a Borgo a Mozzano, si è trattato di fenomeni di piccole e medie dimensioni, spesso riattivazione di dissesti avvenuti in passato.

Gli elementi a rischio maggiormente colpiti sono state le infrastrutture viarie. In particolare nell’alta valle del Serchio si sono avuti numerosi dissesti che hanno colpito la rete viaria secondaria. Data la morfologia dei luoghi, il sistema di infrastrutture viarie del bacino del Serchio si presenta particolarmente fragile per ai dissesti. Per comprendere il livello di rischio possibile, l’Autorità ha messo a confronto la distribuzione dei fenomeni Piano Assetto Idrogeologico per il bacino del Serchio e la distribuzione della rete viaria e ferroviaria. Ebbene: sulle strade provinciali sono 13,5 i chilometri di rete teoricamente interessati da frane di crollo e 44 da aree potenzialmente instabili. La rete di strade comunali è teoricamente interessata per 35 chilometri da frane di scivolamento e per 116 da aree potenzialmente instabili.

"Si tratta di una elaborazione che evidenzia fragilità di territori soprattutto collinari e montani con versanti confinanti con la viabilità – dichiara il segretario generale dell’Autorità di Bacino Massimo Lucchesi -. Gli enti pubblici, trattandosi spesso di terreni agricoli o boschi abbandonati, sono costretti a intervenire in somma urgenza. E' una tematica che dovrebbe far riflettere per favorire politiche di ripopolamento degli ambienti agricoli o nuovi provvedimenti normativi e risorse che consentano agli enti locali di poter intervenire preventivamente. A tal fine l’Autorità di bacino è pronta a fornire il suo supporto di conoscenze a tutti gli enti". 


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