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Attualità venerdì 19 marzo 2021 ore 13:38

Felicità questa sconosciuta, ma arriva lo studio

persona salta di gioia

Una ricerca di Scuola IMT Lucca e università di Pisa va a caccia delle coordinate semantiche, ambientali, genetiche e psicobiologiche della gioia



LUCCA — Domani 20 marzo ricorre la Giornata mondiale della Felicità. Sì ma cos'è davvero la felicità così strapazzata in quest'ultimo anno dalla pandemia da Covid-19? Per scoprirlo la Scuola IMT Alti Studi di Lucca e l'Università di Pisa avviano un progetto di ricerca apposito. Si chiama The Pursuit of Happiness. Semantic, Genetic and Personological Factors influencing People Wellbeing and Life Satisfaction ed è promosso e finanziato dalla pisana Fondazione Gio.I.A. con una somma iniziale di 200mila euro.

Da Lettera sulla felicità di Epicuro a L’Arte di essere felici di Schopenhauer passando senza soluzione di continuità alla domanda “Dottore, che sintomi ha la felicità?” di una famosa canzone, l’uomo, da sempre, cerca di afferrare la felicità. E non solo da un punto di vista emotivo ma anche semantico. Il fine dell'inedito progetto di ricerca? Capire quali siano i correlati semantici, ambientali, genetici e psicobiologici della felicità intesa, appunto, come scopo della vita. In altre parole comprendere perché alcuni di noi siano predisposti ad essere più felici rispetto ad altri e quanto questo sia determinato da fattori ambientali e genetici.

A cimentarsi nello studio sarà una squadra di ricercatori del MomiLab della Scuola IMT - il Molecular Mind Laboratory fondato e diretto da Pietro Pietrini - guidata da Luca Cecchetti, ricercatore in psicologia e neuroscienze, assieme a un gruppo di ricerca coordinato da Silvia Pellegrini che da anni ha sviluppato un’innovativa linea di ricerca sullo studio degli effetti dei fattori genetici sul comportamento umano e sul senso morale, presso il dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell’università di Pisa diretto da Stefano Taddei.

La ricerca procederà attraverso tre tappe: la prima parte sarà dedicata alla mappatura semantico-linguistica della felicità e di altre emozioni positive – quali gioia o trionfo, ad esempio - e neutre ad essa correlate (circa un’ottantina) attraverso interviste e testi scritti. Oltre alle definizioni delle emozioni da parte di persone comuni, infatti, i ricercatori si avvarranno anche di 2.000 romanzi in lingua italiana e inglese di scrittori e scrittrici rappresentativi dei vari continenti e delle varie culture, a partire dai Nobel per la letteratura.

La seconda parte verterà invece sulla mappatura ambientale: grazie ad un’App, per un certo periodo di tempo, ad alcune centinaia di persone sarà chiesto di indicare quali azioni o esperienze nel corso delle loro giornate possano meritare di essere definite “felici”. Terzo momento sarà invece quello con focus genetico, per capire se esistano fattori genetici, appunto, che ci espongono a condizioni di benessere piscologico più frequenti rispetto ad altri. Questa terza parte della ricerca sarà fatta attraverso il prelievo di campioni di saliva dai quali verrà estratto il DNA.

La Fondazione Gioia - commentail presidente, Dott. Maurizio Mian - da anni si dedica allo studio dei fattori genetici, neurobiologici e psico-sociali alla base del senso di Felicità, inteso nella sua accezione più ampia e a cominciare proprio dalla sua definizione semantica. Un tema, quello legato agli elementi che influenzano le persone rispetto a wellbeing e life satisfaction, verso il quale questa Fondazione ha sempre tenuto un approccio rigorosamente scientifico, con la consapevolezza che questo possa avere importanti implicazioni alla comprensione del disagio giovanile e la prevenzione delle sue conseguenze, spesso drammatiche. Per questo è per noi un onore essere partner di questo programma di ricerca portato avanti congiuntamente dalla Scuola IMT Alti Studi Lucca e Università di Pisa, che mettono in campo gruppi di lavoro di altissimo livello in grado di assicurare risultati importanti. Lo studio che sta per partire - conclude Mian - rappresenta una straordinaria occasione per capire finalmente qualcosa di più sui meccanismi biologici della felicità e le variabili che caratterizzano questi fattori”.

“La Scuola IMT – ha detto il suo Direttore Pietro Pietrini – è molto grata alla fondazione Gio.I.A per il sostegno a un progetto di ricerca innovativo e di significativa rilevanza sociale. I suoi risultati, infatti, potranno avere implicazioni rilevanti per la comprensione di quanto la nostra capacità di essere felici dipenda dal nostro patrimonio genetico facendo luce, ad esempio, sul disagio giovanile spesso causa di enormi sofferenze”.


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