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Attualità lunedì 04 aprile 2016 ore 17:25

Rifiuti pericolosi alla Ecoservizi

Sono emerse alcune problematiche ambientali relative alla gestione dei rifiuti stoccati. La magistratura sequestra l'area dopo il sopralluogo di Arpat



CAPANNORI — A seguito di richiesta del Comune di Capannori, Arpat ha svolto alcuni accertamenti, in collaborazione con la polizia municipale di Capannori, presso lo stabilimento Ecoservizi, in via Traversa Lammari.

Dai sopralluoghi sono emerse alcune problematiche ambientali relative alla gestione dei rifiuti che vi erano nel tempo stati stoccati.

L'impianto, autorizzato alla gestione di rifiuti dal 2009 dalla Provincia di Lucca, risulta in procedura fallimentare dal 2015, per la quale è stato già nominato un curatore fallimentare.

Durante gli accertamenti, l'Arpat fa sapere che "L'impianto versa in una situazione di totale abbandono e che in passato venivano stoccate diverse tipologie di rifiuto, anche pericolose: principalmente oli minerali esausti".

Si è però potuto accertare che i 5 silos destinati allo stoccaggio degli oli e dei carburanti risultano vuoti e che al di sotto di una tettoia e sull'area pavimentata sono presenti alcune cisternette vuote ma che avevano contenuto in passato olio esausto.

In collaborazione con personale della polizia municipale del Comune di Capannori si è verificato che non vi è presenza di contaminazione all'esterno dell'area.

Nei magazzini sarebbero presenti alcuni barattoli di vernici e materie prime in piccola quantità costituite da contenitori di olio minerale nuovi e sigillati.

Al di sotto di un capannone sarebbe presente un cumulo di rifiuti costituiti da rifiuti ingombranti, tra cui mobili e suppellettili.

Sono ancora presenti alcuni autoveicoli in uso alla ditta ormai da dismettere.

Arpat ha già dato notizia alla allora Provincia e al Comune di Capannori dello stato dei luoghi e il curatore fallimentare ha già provveduto, là dove necessario, ad isolare e mettere in sicurezza i rifiuti presenti e sta provvedendo al completamento della bonifica dell'area e allo smaltimento dei rifiuti ancora presenti.

Dato lo stato d'abbandono dell'area, Arpat ha suggerito alla Magistratura di valutare la possibilità di un sequestro preventivo allo scopo di salvaguardare i luoghi e renderli inaccessibili anche a terzi. La magistratura ha dato il consenso al sequestro dell'area.

Ad oggi, con gli interventi già messi in atto, non si ha motivo che possano sussistere pericoli immediati per le persone e l'ambiente circostante.


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