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Attualità martedì 01 giugno 2021 ore 17:50

Il lavoro del futuro? Nel turismo è verde e blu

donna davanti al mare al tramonto

Guardano ad ambiente e sostenibilità le nuove professioni nel turismo. Lo rivela un'indagine Demopolis presentata nel laboratorio promosso dal Comune



CAPANNORI — Il lavoro del futuro? Nel turismo è tinto di verde-ambiente e di blu-nautica. Guardano ad ambiente e sostenibilità le nuove professioni nel settore turistico, e a rivelarlo è un'indagine condotta dall'istituto Demopolis i cui esiti sono stati presentati nel corso di un living lab promosso dal Comune di Capannori. I fabbisogni occupazionali e di servizi nel settore del turismo sono stati investigati dall'Istituto in collaborazione con i partner del progetto Action nell’ambito del programma Interreg Marittimo. 

Ebbene: il 75% degli imprenditori del turismo ritiene oggi che l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità rappresenti un’opportunità vincente di sviluppo aziendale. E azzardano una previsione: per 6 intervistati su 10, la tendenza vincente del prossimo triennio sarà il turismo ambientale e sostenibile

Nel corso delle interviste che hanno coinvolto un campione di dirigenti e manager di 130 imprese del comparto è emerso che è caccia aperta ai green manager, professionisti responsabili della sostenibilità della struttura e delle opportunità di sviluppo. Un terzo degli intervistati ricorda poi l’utilità degli Energy manager, figure chiave per l'uso razionale dell'energia, e 3 su 10 citano gli specialisti nelle politiche territoriali di sviluppo sostenibile.

L’Istituto di ricerche diretto da Pietro Vento ha individuato la crescente consapevolezza che investire in sostenibilità – secondo 2 imprenditori su 3 - offre indubbi vantaggi di immagine e permette di puntare all’acquisizione di nuovi segmenti di mercato ed ad un aumento di competitività per capacità di differenziazione nel contesto dell’offerta turistica.

Demopolis ha effettuato anche una ricognizione dei requisiti e delle competenze trasversali ritenuti importanti per l’inserimento lavorativo. Nell’esperienza dei vertici delle imprese del turismo intervistate, la conoscenza delle lingue (81% con preferenze per inglese e francese, ma anche per tedesco, russo e spagnolo) e la forte motivazione al lavoro (78%) sono condizioni prioritarie per l'inserimento occupazionale nel settore. Per il 70%, servono capacità comunicative e relazionali ed un’ampia dose di disponibilità e flessibilità, anche negli orari di lavoro. Oltre la metà degli intervistati cita inoltre fondamentali capacità organizzative (65%), l’utilità di esperienze pregresse (60%) e di allenare e sviluppare capacità di problem solving (57%). 

In tutto ciò non tramontano le tradizionali occupazioni nel turismo. Ad esempio, la maggioranza assoluta degli intervistati prevede una richiesta di personale d’hotel (60%), di addetti al ricevimento e all’accoglienza (51%), ma anche di personale di cucina (45%), camerieri (40%) e cuochi (38%). In un contesto di crescente fluidità del mercato turistico mondiale, nonché di volubilità estrema dei relativi flussi, nell’ambito dei servizi destinati al turismo, fra le figure di maggiore interesse individuate dall’indagine Demopolis, si segnalano gli organizzatori dell’offerta turistica (43%), ma anche gli esperti di marketing e di comunicazione (41%) e gli intermediari turistici e di vendita on line (40%).

“La conversione della filiera turistica verso modelli di economia circolare rappresenta una grande opportunità di crescita per tutta l’area territoriale interessata”, ha detto Luca Menesini, sindaco di Capannori che ha guidato nell’ultimo triennio il partenariato italo-francese del progetto Action.

“L’idea di un’economia 'verde e blu', di uno sviluppo nel segno della sostenibilità, piace ad ampi segmenti dell’opinione pubblica. Ed ancora di più ai cittadini toscani, la cui attenzione – ha spiegato il direttore di Demopolis Pietro Vento – è particolarmente cresciuta negli ultimi anni, anche a causa di una maggiore preoccupazione avvertita nella regione sulla qualità dell’ambiente. Investire su processi di economia circolare può favorire riconversioni innovative delle aziende e, soprattutto, contribuire alla nascita di nuovi posti di lavoro, all’insegna dello sviluppo sostenibile: ne è convinto il 60% dei cittadini toscani, con una percentuale superiore alla media nazionale rilevata dal Barometro Politico Demopolis”.




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