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Attualità lunedì 24 luglio 2017 ore 17:26

Al via il progetto per la Piana Lucchese

Sarà presentato il 26 luglio e consiste in cinque milioni di euro per lo sviluppo della filiera cerealicola e il controllo delle contaminazioni



CAPANNORI — Controllare le contaminazioni da aflatossine nella filiera dei mangimi zootecnici e valorizzare e sviluppare la produzione cerealicola, attraverso l’integrazione tra produttori e allevatori, attuare investimenti nella filiera sia per le aziende agricole, sia per le aziende di trasformazione del prodotto,oltre che per la realizzazione e l'ammodernamento delle stalle per l'allevamento.

Questi gli importanti obbiettivi del progetto integrato di Filiera P.I.F 'G.I.R.A per la Piana Lucchese' giunto ai nastri di partenza.

Lo start ufficiale di questo accordo di filiera nato, grazie allo strumento dei P.I.F regionali, dalla volontà di un gruppo di imprenditori agricoli lucchesi per valorizzare un prodotto tendenzialmente povero come i cereali ad uso zootecnico, avverrà mercoledì 26 luglio con un convegno di apertura in programma a partire dalle ore 9.30 al frantoio sociale del Compitese a Pieve di Compito. L'iniziativa vedrà la partecipazione del sindaco di Capannori Luca Menesini e della dirigente del settore 'Consulenza, Formazione, Innovazione” della Regione Toscana Fausta Fabbri e sarà l'occasione per presentare il progetto nel dettaglio e per parlare delle nuove opportunità di sviluppo per la filiera cerealicola e zootecnica della Piana di Lucca.

Il Progetto 'G.I.R.A per la Piana Lucchese' che prevede un investimento di 5 milioni di euro e un finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) della Regione di metà del suo valore coinvolge trentuno partecipanti. Ne fanno parte, con il coordinamento del soggetto capofila, il molino Molitoria Val di Serchio, 17 imprese agricole e 8 imprese di trasformazione e commercializzazione, il Comune di Capannori, l'Unione provinciale agricoltori, le Federazioni Coldiretti di Lucca e di Pisa, la Confederazione Italiana Agricoltori di Lucca, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali di Pisa, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e Horta Srl spin off dell'Università di Piacenza.

“Siamo di fronte ad un progetto strategico per lo sviluppo dell'agricoltura e della zootecnia del nostro territorio che si stanno affermando come settori sempre più importanti per la creazione di nuova occupazione, soprattutto giovanile – afferma il sindaco Luca Menesini -. Si tratta di un'opportunità rilevante che consente di fare sistema tra soggetti di settori economici contigui in collaborazione con istituzioni, associazioni di categoria e centri di ricerca, grazie ai piani integrati di filiera della Regione. In campo ci sono consistenti investimenti che consentiranno di valorizzare e sviluppare la filiera cerealicola locale attraverso l'ottimizzazione dei processi produttivi, di trasformazione e di commercializzazione, il miglioramento della qualità delle produzioni, la realizzazione e l'ammodernamento delle strutture”.

L'accordo di filiera si propone di affrontare le criticità principali che stanno emergendo nel settore della produzione dei cereali ad uso zootecnico nel territorio lucchese. Prima fra tutte la frammentazione del tessuto imprenditoriale, la difficoltà di aggregazione e la diminuzione nell'ultimo decennio della superficie agricola utilizzata e della superficie agricola totale con la prevalenza di aziende di piccole dimensioni. Ci troviamo poi di fronte ad una scarsa presenza di infrastrutture, di impianti trasformazione e commercializzazione. Tra le criticità più rilevanti l'insorgenza sempre più elevata di contaminazione da aflatossine nella produzione maidicola.

Il progetto intende trovare soluzioni alle varie problematiche che interessano la filiera dei mangimi zootecnici attraverso investimenti diversificati che vanno dall'ampliamento e ammodernamento delle stalle, all'impianto di pannelli fotovoltaici, dall'acquisto di macchine per la sanificazione delle partite di mais ad un progetto innovativo per il controllo delle aflatossine. Tra i risultati attesi, oltre all'incremento qualitativo e quantitativo dei prodotti cerealicoli primari, di mangimi e di alimenti, la realizzazione di un modello di gestione integrata del rischio di contaminazione da aflatossine con il trasferimento di innovazione alle imprese agricole attraverso l'uso di tecnologie di fotointerpretazione dello stato colturale, di tecniche di contenimento biologico delle infestazioni di Aspergillus flavus e di protocolli di decontaminazione delle partite di mais. 


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