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Attualità venerdì 25 febbraio 2022 ore 09:26

Conflitto in Ucraina fa tremare il manifatturiero

industria manifatturiera
I macchinari rappresentano 1/3 dell'esport verso la Russia

Non è tanto la tenuta dell'export a preoccupare, quanto quella delle forniture di gas metano con relativi aumenti che si abbatterebbero sulle imprese



PISTOIA / PRATO / LUCCA — Non è tanto la tenuta dell'export verso l'Est, Russia in testa, a preoccupare il manifatturiero. Piuttosto, le imprese tremano per le forniture del gas metano e relativa impennata dei costi che si abbatterebbe sui cicli produttivi. Questa l'analisi offerta da Confindustria Toscana Nord per le aree provinciali di Pistoia, Prato e Lucca.

L'export manifatturiero verso la Russia dell'area di riferimento di Confindustria Toscana Nord, spiegano gli industriali, vale 103,64 milioni, un quarto del totale toscano (420,84 milioni di euro). Percentualmente la quota della Russia sul totale delle esportazioni è l'1,3% per Lucca-Pistoia-Prato e l'1% per la Toscana. Ancora più esiguo l'import (4,29 milioni Lucca-Pistoia-Prato e 104,35 milioni la Toscana).

L'export di Lucca-Pistoia-Prato verso la Russia è rappresentato per un terzo da macchinari e per un quarto da prodotti del settore moda, soprattutto tessile. Inferiore ma rilevante (17%) la quota dei prodotti farmaceutici. L'import di prodotti manifatturieri vede al primo posto legno e prodotti in legno, carta e stampa. A seguire prodotti farmaceutici e alimentari (anno di riferimento 2019). 

Per quanto riguarda l'Ucraina, paese verso il quale non esiste il problema sanzioni ma che la guerra colpirà inevitabilmente anche nei suoi assetti produttivi e commerciali, l'export manifatturiero dell'area Lucca-Pistoia-Prato si colloca storicamente a quote inferiori ai 20 milioni, mentre l'import è di 3 milioni (elaborazioni Centro studi Confindustria Toscana Nord su dati Istat).

"La guerra Russia-Ucraina avrà effetti limitati sull'interscambio commerciale del manifatturiero della nostra area con questi paesi, dato che è già oggi molto esiguo - commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Ciò non significa che per alcune singole imprese che hanno in questi paesi loro riferimenti importanti non possano innescarsi difficoltà anche gravi". 

Ma non è in questo aspetto che consiste il problema principale legato al conflitto secondo gli industriali: "Anche auspicando che questo non si estenda ad altri paesi, si tratta di un elemento di grave perturbazione degli assetti politico-economici internazionali, oltre che, prima di ogni altra considerazione, di un evento gravissimo sul piano umano. Dal punto di vista economico a preoccupare sono soprattutto le forniture di gas metano: quasi il 40% di quello che arriva in Italia proviene dalla Russia". 

Il gas aveva già registrato negli ultimi mesi impennate: "Con questa guerra, il blocco del Nord Stream 2 e le sanzioni alla Russia - sottolinea Matteini - si temono inasprimenti che potrebbero essere gravissimi". 


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