Cultura

Ragghianti e Fanfani, in un libro i loro carteggi

Fissata al Senato la presentazione del primo volume di una collana di epistolari fra il partigiano e intellettuale toscano e i protagonisti del '900

L'inaugurazione della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti

I carteggi fra Carlo Ludovico Ragghianti e Amintore Fanfani diventano un libro, il primo nella nuova collana con cui la Fondazione Ragghianti di Lucca intende ripercorrere gli epistolari del partigiano, politico e storico dell'arte toscano con i protagonisti del '900 e della storia d'Italia.

Apparentemente distanti, Ragghianti e Fanfani maturarono comune passione civile e pensiero critico. Le loro conversazioni epistolari disegnano un percorso intellettuale fatto di amicizia e collaborazione confluito nella pubblicazione curata da Tiziano Torresi, con la prefazione del direttore Paolo Bolpagni.

Ora per il libro è fissata la presentazione in Senato, in agenda per domani 17 Gennaio alle 16,30 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani alla presenza di Roberto Balzani (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna), Paolo Bolpagni (Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca), Agostino Giovagnoli (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) e Marialuisa Lucia Sergio (Università degli Studi Roma Tre) oltre che del curatore Tiziano Torresi.

"Le personalità di Ragghianti e Fanfani, distanti nei punti di partenza, negli itinerari di pensiero e di azione e nelle mete ideali - illustra una nota - convergono attorno a una comune professione di fede nella passione civile e nell’esercizio del pensiero critico. Lo scambio di lettere che scaturisce da questo incontro ispira e libera le intuizioni di due menti esuberanti su argomenti di studio, su iniziative politiche e culturali e su bilanci e progetti di grande significato per lo sviluppo del Paese". 

"È un dialogo che accetta la diversità di giudizio e che rispetta la vocazione di entrambi, perché immune dalla politica come milizia di parte o mero esercizio del potere, e da commistioni o finzioni nell’attività intellettuale. È la testimonianza di un’amicizia sincera, fiorita nel fronte comune della libertà, della giustizia e della difesa del patrimonio artistico e storico".