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Allevatori in piazza contro cinghiali e peste suina

Centinaia di operatori agricoli e zootecnici hanno manifestato per chiedere interventi di contenimento più efficaci. Anche i sindaci al loro fianco

La manifestazione a Lucca

"Noi seminiamo e i cinghiali raccolgono". "Città e campagna unite contro i cinghiali". "La Peste suina africana è un'emergenza". Questi non sono che alcuni degli slogan presenti sui cartelli alzati ieri a Lucca da agricoltori e allevatori Coldiretti scesi in piazza a protestare contro la massiccia presenza di cinghiali e i guai che essa porta con sé.

In 500 si sono mobilitati per chiedere interventi di contenimento rapidi e più stringenti degli attuali. Al fianco degli operatori agricoli e zootecnici anche tanti sindaci, presidenti di Provincia e rappresentanti istituzionali, oltre naturalmente ai vertici di Coldiretti a partire dalla presidente regionale Letizia Cesani.

Tutti insieme e da tutta la Toscana hanno raggiunto piazza del Giglio per un presidio davanti alla prefettura: "Cinghiali fuori controllo, virus in espansione, aziende agricole a rischio. Già 43 comuni toscani sono finiti in zona di restrizione, con 88 casi accertati di peste suina e tre province coinvolte: Lucca, Massa Carrara e Pistoia", rammenta Coldiretti. 

“Due settimane per vedere risultati o torneremo in piazza!”: è l’ultimatum lanciato da Cesani e da quanti hanno partecipato alla mobilitazione. 

“La peste suina deve essere fermata prima che sia troppo tardi. I cinghiali sono una calamità nella calamità: devastano raccolti, mettono a rischio la sicurezza pubblica e diffondono il virus che minaccia 4.000 allevamenti e 130mila capi suini in Toscana”, ha dichiarato Cesani.

A rischio ci sono filiere d’eccellenza come la Cinta Senese e il Prosciutto Toscano Dop (che valgono oltre 50 milioni di euro), ma anche centinaia di agriturismi e imprese rurali penalizzate dalle restrizioni.