Cronaca

Giro di squillo nelle case a luci rosse

Chi sapeva, chi chiedeva sconti sulle prestazioni, chi collaborava e a tirare le fila una donna cinese che gestiva il traffico tra Lucca e Versilia

Chi sapeva delle attività a luci rosse che si svolgevano in quegli appartamenti anche per esserne il proprietario, chi collaborava simulando test di emersione salvo poi chiedere sconti sulle prestazioni, chi collaborava trattenendo i documenti o recuperando i proventi della giornata. Su tutti, una donna cinese che avrebbe gestito il giro di squillo nelle case di Lucca, Pietrasanta e Viareggio.

Questa la ricostruzione emersa dalle indagini della questura di Lucca e del commissariato di Forte dei Marmi che oggi (confronta anche l'articolo sotto) ha portato a varie perquisizioni delegate dalla procura lucchese, alla denuncia di quattro persone per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e al sequestro preventivo, disposto dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Lucca, di 4 appartamenti - due a Lucca uno a Pietrasanta ed uno Viareggio - dove era esercitata la prostituzione.

A capo di tutto secondo gli investigatori c'era una donna cinese di 43 anni che avrebbe spinto alla prostituzione sue giovani connazionali, risultate per lo più clandestine. A coadiuvarla sarebbero un lucchese di 65 anni suo convivente e un cinese di 50 anni a cui la signora avrebbe delegato la gestione di due appartamenti a Lucca. Un altro italiano, un settantenne versiliese, risulta tra gli indagati poiché si sarebbe reso disponibile a formulare finte domande di emersione dalla condizione di clandestinità in favore di alcune ragazze, al solo scopo di godere di prestazioni sessuali ad un prezzo scontato.

Le ragazze erano pubblicizzate su un noto sito per incontri, in annunci con indicazione delle utenze da contattare. I prezzi andavano da un minimo di 20 euro a un massimo di 80/100 per rapporti non protetti.