La sentenza nei confronti di Massimo Donatini è diventata definitiva. Dopo la condanna in primo grado dell'operaio della Lucart di 43 anni che il 7 aprile del 2015 sparò al proprio caporeparto Francesco Sodini, 53 anni, la difesa non ha presentato ricorso in appello nei sei mesi successivi alla condanna per omicidio volontario e porto abusivo di armi. La condanna, dunque, diventa definitiva.
Donatini dovrà trascorrere in carcere 13 anni e quattro mesi come stabilito dal giudice per le udienze preliminari Pizzuti.
Quel 7 aprile di due anni fa, Donatini gli sparò davanti alla sua abitazione di San Filippo, dopo aver aspettato, nascosto dietro a un cespuglio, che la vittima uscisse di casa. Poi lo lasciò morire riverso a terra, in un lago di sangue, e andò a costituirsi dai carabinieri. A loro spiegò di aver commesso il gesto perché si riteneva vittima di una macchinazione ordita contro da Sodini di lui sul proprio luogo di lavoro.
Donatini è ora recluso nel carcere di Massa, dove ha chiesto di poter essere trasferito per prendere parte ai progetti di lavoro.