Attualità

Sulla Toscana 'arancione' l'ira del commercio

I vertici provinciali di categoria parlano di "autentica mazzata" e "decisione scellerata". Si teme soprattutto per le sorti dei pubblici esercizi

Rodolfo Pasquini

"Autentica mazzata" e "decisione scellerata": così Confcommercio Lucca battezza la decisione del governo di mantere la Toscana in zona arancione dal punto di vista del rischio Covid-19. I timori sono soprattutto rivolti alla tenuta del settore pubblici esercizi, quelli che accusano le restrizioni più incisive sulla loro attività.

E proprio di "autentica mazzata" parla il presidente dell'organismo Rodolfo Pasquini: "Questa scellerata decisione - afferma - causerà nuovi e devastanti effetti sulle nostre imprese, in primis naturalmente su quelle del settore dei pubblici esercizi che, come noto, in zona arancione possono effettuare solo servizio a domicilio e vendita da asporto, mentre in zona gialla avrebbero potuto riaprire almeno a pranzo". 

"Una differenza enorme, in un momento come questo", sottolinea. “Da parte nostra – prosegue Pasquini – c’è grande rabbia nei confronti di un governo che si dimostra ogni giorno sempre più inadeguato, ma anche verso un governatore come Eugenio Giani che nelle ultime due settimane ha prima affermato che il passaggio da zona rossa ad arancione potesse essere anticipato di un giorno, salvo poi essere smentito dai fatti. E in questa settimana ha illuso tutti dando quasi per certo il ritorno in zona gialla, salvo poi anche qua essere smentito dai fatti. Basti dire che oggi molti dei sindaci del suo stesso partito lo stanno criticando duramente per queste comunicazioni che, spiace dirlo, lo stanno facendo perdere di credibilità”.

“Giani – insiste il presidente di Confcommercio – adesso ha l’obbligo di rimediare, con azioni forti e immediate. La situazione delle nostre imprese è disperata: in ballo c’è la sopravvivenza di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro e non siamo più disposti a tollerare che a decretarne la morta sia la inettitudine di chi ci governa”.