Attualità

"Sbloccare fiere e mercati", lettera alla Regione

Il Comune ha preso carta e penna per chiedere il superamento della normativa che a marzo ha imposto uno stop al settore come misura anti Covid

Il mercato antiquario in una passata edizione

"Sbloccare fiere e sagre": è quanto chiede il Comune di Lucca con una lettera alla Regione in cui invoca il superamento del Dpcm del 2 marzo scorso che imponeva il divieto di organizzazione di sagre, fiere di qualunque genere e di altri eventi analoghi a prescindere dal colore di rischio Covid-19 che tinge il territorio. L'amministrazione comunale ha infatti dovuto cancellare tutta una serie di appuntamenti già programmati, compresi quelli del mercato antiquario che il decreto del governo ha inserito in questa categoria. E ora, al mutare del quadro delle cose, li rivuole.

Nella lettera si pone particolare attenzione a cosa stia comportando nei territori il blocco: “Considerato il lento avanzamento della vaccinazione – si legge nella missiva – è infatti evidente che la possibilità di organizzare tali eventi sia posticipata molto in là nel tempo e questo aspetto mette gli operatori ambulanti in seria difficoltà”. Per questo, considerato che il 30 aprile scadrà l’attuale decreto con i provvedimenti anticontagio, l'amministrazione chiede di individuare linee guida per la redazione di protocolli sanitari che garantiscano in totale sicurezza la ripartenza delle fiere anche in zona arancione, così come avviene per i mercati stabili.

“Riteniamo essenziale – spiega a questo riguardo l'assessora alle attività produttive Chiara Martini – intervenire in maniera corale a tutti i livelli istituzionali, per chiedere sostegno a quelle categorie di lavoratori che, con il decreto del 2 marzo, risultano fortemente penalizzate. E' infatti necessario agire all'unisono in quest'azione di pressione sul governo nazionale affinché vengano riviste le regole, così come stanno facendo anche le associazioni di categoria. Diversamente si resta nell'ambito di una protesta sterile che non è in grado di produrre alcun effetto positivo e che, al contrario, rischia di generare una situazione deleteria sia sul piano economico, ma anche in termini di coesione sociale”.