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Pietra d'inciampo per lo psichiatra antifascista

La pietra è stata posta nell'ex ospedale psichiatrico di Maggiano in ricordo del medico lucchese Guglielmo Lippi Francesconi internato a Fossoli

Una “Pietra d’inciampo” per tenere viva la memoria del medico lucchese Guglielmo Lippi Francesconi che abolì ogni mezzo di contenzione meccanica per i pazienti psichiatrici e che espresse a più riprese la sua contrarietà al regime fascista, una presa di posizione che il medico pagò con la vita insieme ad uno dei suoi tre figli.

La pietra in ricordo del medico lucchese è stata deposta di fronte all’ex ospedale psichiatrico di Maggiano. Alla cerimonia, che fa parte delle iniziative che si svolgono a Lucca per il Giorno della Memoria, ha partecipato l’assessora regionale Alessandra Nardini, insieme al sindaco Alessandro Tambellini, alla consigliera regionale Valentina Mercanti e a Isabella Tobino, presidente della Fondazione Mario Tobino. Con i rappresentanti delle istituzioni anche i familiari del medico, che hanno collocato per terra la pietra d’inciampo.

Guglielmo Lippi Francesconi diventò direttore e primario dell'ospedale psichiatrico di Maggiano nel 1936 e espresse a più di una volta la sua contrarietà al regime fascista. Una presa di posizione che il medico e uno dei suoi tre figli pagarono con la vita, mentre gli altri due figli riuscirono a fuggire dal campo di concentramento di Fossoli. Al termine della guerra i figli sopravvissuti cercarono il padre e dovettero passare 17 anni prima che la sua salma fosse ritrovata presso il cimitero di Mirteto, vicino a Massa, e poi tumulata nel piccolo cimitero di Vecoli.

Un’altra iniziativa si è svolta oggi a Lucca per celebrare il Giorno della Memoria. Gli studenti del Liceo artistico Passaglia, collegati in videoconferenza, hanno presentato una ricerca sulla memoria orale dell’eccidio della Certosa di Farneta, dove nel settembre del 1944 dodici monaci furono fucilati da soldati delle SS.