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"Caro ministro, basta classi pollaio"

Lettera aperta dell'assessore Vietina al titolare del dicastero dell'istruzione Bianchi per chiedere il via alle prime classi anche con pochi iscritti

"Caro ministro, basta classi pollaio. Si dia il via libera alla formazione di prime classi anche con un numero di iscritti al di sotto della soglia minima": è in buona sostanza questo il senso della lettera aperta con cui l'assessora alle politiche formative del Comune di Lucca Ilaria Vietina si è rivolta al titolare del dicastero dell'istruzione Patrizio Bianchi. L'appello è a cambiare la scuola partendo proprio dagli spunti, dalle richieste e dall’esperienza dei territori. 

Vietina punta ad abolire le cosiddette classi pollaio e consentire alle scuole di formare le classi prime anche se non raggiungono il numero minimo previsto per legge, per garantire un apprendimento e una didattica ancora più puntuali, per consentire alle piccole scuole periferiche di sopravvivere e di continuare a rappresentare un punto di riferimento per i territori e per le famiglie. La lettera dell’assessora Vietina è arrivata anche all’Anci nazionale, i cui referenti in settimana incontreranno il ministro Bianchi così da sottoporgli, tra le varie questioni aperte, anche quella evidenziata dall’amministrazione comunale di Lucca. 

“In particolare sono tre le cose essenziali che chiediamo al ministro Bianchi - spiega Vietina -. La prima: raddoppiare gli asili nido e costruire un sistema educazione-istruzione-formazione integrato e fondato sulla continuità, che è la dimensione essenziale per contrastare la dispersione scolastica. La seconda: moltiplicare i corsi a tempo pieno nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, diffondendo una nuova scuola, più inclusiva e più a misura di tutte e tutti. La terza: abrogare il Dpr n. 81/2009, il vero responsabile delle classi troppo numerose e ingestibili, che ha portato alcuni a parlare di classi pollaio”. 

"A questo proposito - scrive Vietina - è necessario eliminare i parametri numerici che riguardano la formazione delle classi e l’autonomia degli istituti: sono sempre stati vincoli pesanti, ma adesso sono anche incongrui e contraddittori con tutto quello che si dichiara di voler e dover fare, anche per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19". 

Vietina analizza poi gli aspetti legati al calo demografico: "Come tutti sappiamo - conclude - siamo il Paese che dal 2009 ad oggi è cresciuto di meno, siamo il Paese in cui è più alto il tasso di analfabetismo funzionale. Invertire la rotta è possibile, investire sulla formazione delle future generazioni è necessario: è il momento di cambiare le priorità e i numeri. E' il momento di rendere la scuola aperta, inclusiva, capace di accogliere e di promuovere apprendimento per tutte e tutti”.