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Lotta biologica alla mosca olearia

Oliveto biologico? Si grazie. Dopo la non felice raccolta del 2014, si è scelto di intraprendere una strada diversa

La scorsa stagione, secondo quanto determinato dagli esperti, ha visto una proliferazione straordinaria della mosca olearia, causata dalle condizioni meteo, che, al contempo, hanno anche causato una ridotta nascita di olive. I due fattori - alto numero di mosche oleare e poche olive - uniti, hanno avuto l'effetto di ridurre considerevolmente la produzione di olio nel 2014 che ha toccato valori molto negativi. 

"Si tratta di condizioni che non si presentano tutti gli anni - spiegano alla Cia Toscana Nord - ma è altresì vero che, con i cambiamenti climatici in atto, è necessario ripensare le coltivazioni in modo da poter arginare i danni in eventuali altre annate difficili".

Ecco, quindi, che sono partiti alla Fattoria Colleverde di Matraia, i lavori di piantumazione di esemplari di Inula Viscosa sui circa 15 ettari di oliveto biologico dell'azienda.

L'Inula Viscosa è una pianta spontanea, diffusa sulle scarpate di tutte le regioni costiere del Mediterraneo ed è preziosa grazie alle sue molteplici proprietà, che, per quanto concerne gli olivi, la vede come 'casa' invernale di un insetto, l'Eupelmus Urosonus, che è un parassitoide polifago, il quale rappresenta, di fatto, il più attivo antagonista naturale della mosca olearia, grazie alle sue due-tre generazioni annue.

"Ovviamente – afferma la Cia Toscana Nord – la sola presenza dell'Eupernus Urosonus non è sufficiente da sola a combattere i forti attacchi di mosca dell'olivo, ma la sua azione può essere determinante in associazione ad altre forme di lotta biologica e in concomitanza con altri insetti benefici ospiti di piante, la cui presenza dovrebbe garantire una maggiore biodiversità ai nostri oliveti, quali fichi, mirti, cardoni e perfino le tanto famigerate infestanti".