Non sono serviti i vestiti da finanzieri e le barbe finte per camuffarsi è bastata una dentiera per tradirli. Una traccia di dna ha permesso infatti di individuare un bandito e così risalire ai complici, tutti arrestati dai carabinieri di Savona.
I colpi attribuiti ai rapinatori sono avvenuti tra luglio 2015 e marzo 2016 per un bottino di 145 mila euro. Sono accusati di rapina, ricettazione di auto rubata e detenzione di armi.
I malviventi su muovevano anche con auto pulite, noleggiate o prestate da amici a cui apponevano targhe rubate. In occasione dei colpi, i mezzi per la fuga erano sempre preceduti da auto non rubate che facevano da staffetta. I rapinatori cambiavano spesso anche le utenze dei cellulari e questo ha complicato le indagini i movimenti.