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Cittadina onoraria Vlasta scampò alla deportazione

Oggi ha 102 anni e vive a Camaiore. Nel 1943 era internata e a salvarla dai campi di concentramento con figlio e marito fu l'altopascese Rosellini

Vlasta riceve la cittadinanza onoraria

Una storia di solidarietà e coraggio che parte nel 1941, quando Altopascio diventa comune di internamento libero. Vlasta e Giulio Blei, insieme ad altri ebrei e persone ritenute pericolose dal punto di vista politico, vengono confinati ad Altopascio. 

La storia torna alla luce molti anni dopo grazie al lavoro dell’amministrazione comunale e ieri ha trovato la chiusura del cerchio con l’assegnazione della cittadinanza onoraria del Comune di Altopascio a Vlasta Strassberger e al figlio, Davide Blei.

Giulio insegna lettere. Vlasta, giovane studentessa originaria di Zagabria, va a lezione da lui. Giulio Blei, professore di lingue straniere, e Vlasta si conobbero proprio ad Altopascio nel 1941, entrambi ebrei. Malgrado le loro misere condizioni di vita e lo stretto controllo da parte del regime che ne limitava la libertà da tutti i punti di vista, Giulio e Vlasta decisero di sposarsi e dettero alla luce Davide. 

Il loro destino, a un certo punto, pare segnato: dopo l’8 Settembre 1943 i luoghi di internamento libero vengono progressivamente chiusi, gli ebrei presenti vengono deportati nei campi di concentramento. È questo il momento in cui la vita di Vlasta, Giulio e Davide cambia per sempre: incontrano Francesco Rosellini, gestore dell’agenzia di Altopascio del consorzio agrario di Lucca, già in dissenso con l’amministrazione fascista comunale di allora. Sarà lui a portarli in salvo. 

Rosellini entra in contatto con la famiglia Blei poco prima dell’arrivo dei tedeschi ad Altopascio il 10 Settembre 1943 e sarà lui a portarli in salvo, fornendo loro nascondiglio a Vetriano, soldi e documenti falsi, necessari per raggiungere la sicura Svizzera. 

“Ad Altopascio abbiamo trovato tanta solidarietà - racconta Vlasta -. Eravamo internati, è vero. Non eravamo liberi. Ma le persone comuni ci chiedevano di cosa avessimo bisogno, ci aiutavano come potevano”. 

“Noi a Francesco Rosellini dobbiamo tutto - continua Vlasta che oggi ha 102 anni -. Ha messo a rischio la sua stessa vita per donare a noi la vita. Lo ringrazierò per sempre, così come ringrazio l’amministrazione comunale di Altopascio, che ha voluto ricostruire la nostra storia, riportarla alla luce e farla conoscere a tutti”.

Intorno a Vlasta, ieri, tanti parenti. Il figlio Davide, l’altro figlio, i nipoti, i bisnipoti, gli amici, venuti da Milano e da Camaiore, dove oggi Vlasta vive. Giulio non c’è più da tanti anni, ma restano i ricordi, restano i sacrifici di una vita, resta quella inossidabile voglia di libertà, che ha segnato tutta l’esistenza della famiglia Blei.