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Cronaca lunedì 26 marzo 2018 ore 19:40

La base toscana della camorra negli appalti

Lavori pubblici per milioni di euro mai eseguiti. I soldi degli appalti venivano riciclati da un'organizzazione con base a Lucca legata ai Casalesi



LUCCA — Cinque arresti, cinquanta perquisizioni e sequestri di beni per circa 6 milioni di euro nei confronti di 30 aziende di imprenditori contigui al clan dei Casalesi e relativi prestanome, nonché un funzionario pubblico, dell'Asl di Napoli sud. Questo il risultato dell'operazione "Ghost Tender", degli uomini della Guardia di Finanza di Lucca.

Le indagini, coordinate dal Procuratore Capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, e dal Sostituto Procuratore, Giulio Monferini, hanno evidenziato in particolare un gruppo criminale, con base in provincia di Lucca, e che ruotava intorno a tre imprenditori edili, uno residente due residenti in Lucchesia e uno a Caserta, che utilizzando società con sede in Toscana e Campania, molte delle quali “apri e chiudi” ed intestate a prestanome, attraverso turbative d’asta attuate con “accordi di cartello”, si sono aggiudicati oltre 50 commesse della ASL 3 di Napoli Sud, per lavori di somma urgenza, banditi per importi al di sotto degli importi oltre i quali sarebbe stato necessario procedere con gare d'appalto. A tutti gli imprenditori, attivi nel settore edile, viene contestata l'associazione a delinquere.

Lavori che, "pur risultando falsamente attestati come avvenuti, di fatto in gran parte non venivano eseguiti". "A tale scopo - si spiega nella nota - il sodalizio stabiliva consolidati rapporti corruttivi" col funzionario della Asl, il quale non solo aggiudicava l'appalto in violazione delle norme di trasparenza, correttezza e imparzialità, ma consentiva al gruppo "di conseguirne il pagamento pur in assenza di qualsivoglia esecuzione dei lavori". 

In questo modo lo stesso sodalizio negli ultimi anni sarebbe riuscito "a incamerare illecitamente e a costo zero appalti per oltre 6 milioni di euro che venivano riciclati nello svolgimento delle attività immobiliari" dello stesso gruppo. Soldi che venivano riciclati nell’acquisto, ristrutturazione o costruzione di edifici da parte di società del gruppo operanti a Lucca.

Il funzionario della Asl 3 Napoli Sud, è finito agli arresti domiciliari. In cambio della sua complicità avrebbe ricevuto dal gruppo criminale denaro e favori per un valore compreso tra i 100 e 200mila euro l'anno, per un totale di oltre mezzo milione di euro negli ultimi cinque anni. Il funzionario è accusato dei reati di corruzione, frode nelle pubbliche forniture e falso materiale commesso da pubblico ufficiale. 


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