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Lavoro venerdì 06 novembre 2015 ore 15:28

Impianti di carbonizzazione a Capannori e Piombino

biocarbone

I due nuovi stabilimenti saranno realizzati dalla Creo dell'imprenditore Luca Gelli. Tecnologie d'avanguardia per il recupero dell'umido e del verde



CAPANNORI — Lo scorso 30 ottobre la Creo srl ha presentato alla Regione Toscana, attraverso il “Protocollo d'Insediamento”, un progetto finalizzato all'ottenimento dell'autorizzazione e alla richiesta di finanziamenti, stanziati appositamente dalla Giunta regionale per stimolare gli investimenti privati. La pratica sarà ora gestita dagli uffici regionali, per la valutazione dell'impatto ambientale e il rilascio della successiva approvazione. «Un progetto che senza esagerazione entra di diritto nel novero di quelli di Blue Economy – spiega Luca Gelli – Seguendo il nostro cronoprogramma partirà per primo lo stabilimento della provincia di Livorno e, successivamente, avvieremo la costruzione di quello lucchese. Si ipotizza che quest'ultimo possa entrare in esercizio nel 2017».

L'impianto.
Il procedimento della carbonizzazione idrotermale consiste, attraverso il recupero e il trattamento dell'umido organico e del verde, nel raggiungimento di un duplice obiettivo: da un lato, la produzione di lignite e dall’altro, la chiusura in loco del ciclo dei rifiuti. Un impianto che attualmente non esiste in Italia, ma che si trova solo a Valencia, in Spagna, sviluppato dalla Ingelia Sl, dove ha già portato notevoli vantaggi, tanto da essere considerato un fiore all'occhiello dell'innovazione tecnologica e della salvaguardia ambientale a livello europeo. «L'impianto spagnolo è stato realizzato da due ingegneri dai quali abbiamo acquisito i brevetti per il nostri impianti toscani - sottolinea l'amministratore della Creo, Luca Gelli - Si tratta di un impianto che ha avuto il sostegno concreto dell'Unione Europea, che ha finanziato il primo progetto sperimentale sia direttamente, sia attraverso la Comunità Valenciana (organismo assimilabile alle nostre Regioni)».
L'impianto utilizzerà una centrale termo-elettrica a metano, ad altissima efficienza energetica e, tra i materiali in ingresso, non verranno lavorati fanghi di alcun tipo, ma solo potature, sfalci, rifiuti organici da raccolta differenziata (FORSU). Si tratta inoltre di una struttura autosufficiente per energia e acqua. La durata del ciclo di produzione è di solo 8 ore: con un ciclo così veloce i quantitativi di rifiuti putrescibili in giacenza sono pochi ed ecco perché l'impianto ha una ridotta esigenza di area, limitando così il consumo di suolo. Infine, garantirà una sensibile riduzione delle emissioni e gli scarti saranno pari a zero.
I prodotti.
Il progetto utilizza ben quattro brevetti che, attraverso la regolazione di temperature e pressioni, permette di ottenere la lignite e un liquido sterile contenente acqua e sostanze fertilizzanti. La prima può essere destinata ad applicazioni di tipo industriale, agricolo e come combustibile. Il secondo per la produzione di fertilizzanti per l'agricoltura, attraverso l'estrazione degli elementi chimici dal liquido.


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